Alternative all’utensile con diamante singolo per la ravvivatura di mole abrasive
UTENSILI A DIAMANTI MULTIPLI
L’utensile a diamanti multipli, anziché essere dotato di punta sola dimensionata opportunamente, è caratterizzato da una serie di punte più piccole il cui numero varia, come avviene per il singolo, in rapporto alle dimensioni della mola, alle caratteristiche della stessa ed al grado di finitura (o rugosità) che si deve ottenere sul pezzo in lavorazione.
Gli utensili multipli si dividono nelle seguenti categorie:
- multiplo classico a testa tonda o quadrata;
- rotella a una o più file di diamante disposto sul diametro;
- piastrine lamellari di vari spessori e dimensioni.
Il ravvivatore multiplo tondo o quadrato in genere presenta un numero di diamanti compreso tra 6 e 25, disposti su un piano e può avere da 1 a più strati, con un peso totale variabile tra 1 e 5 carati. L’utilizzo di questo utensile è molto ampio. Per ogni diametro di mola superiore a 100/150 mm nelle varie grane e durezze esiste un tipo specifico. Si può lavorare la mola abrasiva sia in testa sia sui lati, con il solo vincolo rappresentato dal fatto che si tratti di una rettifica piana, cioè senza sagomature o raggi.
La rotella con una fila di diamante disposto sul diametro viene normalmente utilizzata per profilare mole su rettifiche a tuffo. Con questo utensile si ottengono profili corretti, sia come forma che come dimensioni. In questo caso il diamante utilizzato è a forma di chicco, pieno o aguzzo a seconda del lavoro che deve eseguire. Questo utensile richiede ovviamente una cura particolare nel posizionamento e allineamento dei diamanti. Da questi accorgimenti, oltre che dalla giusta selezione del diamante, dipendono i risultati di precisione.
La rotella a più file (fino a 4/6), sempre disposte sul diametro, viene invece utilizzata per rettifica piana o con raggi molto ampi, in alternativa al multiplo tondo o quadrato.
Il vantaggio della rotella, in presenza di asportazioni più basse, è quello di ottenere una mola abrasiva con una taglienza maggiore, grazie al tipo di diamante usato ed al fatto di poter cambiare più sovente posizione di lavoro, ruotando di 20/30° l’utensile ogni volta che il diamante si presenta appiattito e fino al completo utilizzo dell’utensile. Anche in questo caso il diamante più usato è il chicco, ma si utilizza anche quello solo “allungato” in certi tipi di lavorazione. Il numero di diamanti ovviamente varia in rapporto all’impiego.
Le piastrine lamellari si pongono in alternativa alle rotelle ad una fila, in particolare per far fronte a carichi gravosi di lavoro, nei profili ampi, cioè con tolleranze maggiori sui raggi interni. Sui raggi esterni invece non esistono problemi di precisione e di dimensione. Questo utensile è anche molto indicato quando si devono ricavare spigoli vivi sulle mole oppure quando occorre ravvivare due mole vicine con diametri diversi. I suddetti utensili vengono costruiti impiegando due tipi di diamante: il tipo a punta allungata nelle varie dimensioni e qualità, oppure il granulo di diamante miscelato con il legante. La lamella può avere spessore diverso, nei tipi più comuni da 1 a 2 mm. La disposizione del diamante è variabile in rapporto all’applicazione e può essere a nido d’ape oppure a chicchi allineati in file parallele.
È buona norma avere una raccolta di dati, la più ampia possibile, che permetta di selezionare l’utensile più idoneo per forma, numero, tipo e disposizione dei diamanti, peso totale in carati, legante da utilizzare nella costruzione. Tutti questi utensili non sostituiscono il diamante singolo, a punta naturale o profilata, ma gli si affiancano con un ottimo rapporto costo/lavoro reso. Proprio per questo debbono però essere molto più mirati nell’utilizzo; ogni utensile ha il suo specifico impiego, impiego che in moltissimi casi si pone in alternativa all’utensile profilato.