Mole da rettifica
È difficile riepilogare delle norme precise per l’effettuazione delle operazioni di rettifica perché le variabili sono molteplici (i diversi materiali impiegati, il loro trattamento, le macchine usate, le velocità della mola e del pezzo, i gradi di finitura che si desidera ottenere, ecc.)
Tuttavia possiamo affermare che, osservando alcuni accorgimenti, il lavoro potrà essere meglio eseguito e si sarà fatto un primo passo per affrontare, con maggiore tranquillità, tutti quei particolari che contraddistinguono una determinata lavorazione.
Un fattore molto importante è la velocità del pezzo che, pur essendo relativamente alta, permette delle velocità di spostamento della mola più rapide con conseguente aumento della produzione. In genere, un’alta velocità di rotazione del pezzo consuma più rapidamente la mola e ne modifica la forma. Se contrariamente tale velocità viene ridotta, si diminuisce la produzione. E’ consigliabile, in questo caso, usare una mola di durezza maggiore, da stabilirsi in funzione della durezza del materiale di cui è costituito il pezzo da rettificare.
Questo accorgimento non deve però portare ad un surriscaldamento del materiale e ad un intasamento della mola. A quest’ultimo inconveniente, si può comunque ovviare utilizzando mole a struttura più aperta che permetteranno di avere tagli molto profondi con trucioli di notevoli dimensioni ed una temperatura più bassa nel punto di contatto fra mola e pezzo.
Un altro dato che l’operatore dovrà considerare con molta attenzione è il diametro del pezzo da lavorare che tanto più sarà grande a livello dimensionale, tanto maggiore sarà l’arco di contatto con la mola, per cui la stessa si comporterà come una mola più dura del previsto. Un rimedio in tal caso consiste nel diminuire la velocità della mola.
Riassumendo possiamo dire che:
- La velocità del pezzo deve essere la più elevata possibile;
- se la mola tende a lucidarsi, aumentare preferibilmente la velocità del pezzo piuttosto che ridurre la velocità della mola;
- se la mola si consuma troppo rapidamente, non ridurre la velocità del pezzo, ma piuttosto aumentare la velocità della mola;
- la mola ed il pezzo devono ruotare nello stesso senso;
- nella scelta della mola attenersi alle indicazioni del fabbricante, tenendo presente che si tratta di prescrizioni di massima, che però possono già dare un orientamento all’operatore nella scelta della mola;
- la velocità di traslazione laterale della mola dovrà corrispondere ai due terzi circa della larghezza della mola per un giro completo del pezzo. Ne deriva che con mole molto spesse si possono adottare velocità di traslazione maggiori, diminuendo conseguentemente i tempi di produzione;
- le contropunte su cui viene imperniato il pezzo da lavorare dovranno essere in buono stato e ben lubrificate. È buona norma rettificarle di tanto in tanto;
- dopo aver montato la mola, lasciarla girare a vuoto per un certo periodo di tempo in modo che gli organi in movimento ed il mandrino porta-mola si riscaldino normalmente;
- fare attenzione che non vi siano vibrazioni dannose;
- non arrestare mai il movimento del pezzo senza aver prima fatto retrocedere la mola perché questo porterebbe ad una flessione del pezzo;
- abbondare nell’uso di liquido refrigerante.
Negli anni si è sviluppata la rettifica “a tuffo” che permette di rettificare pezzi con superfici irregolari e cioè pezzi che presentano degli spallamenti di diametri diversi, delle gole o dei profili particolari.
In questo caso, il lavoro si effettua utilizzando il movimento trasversale del porta-mola in modo da fare avanzare la mola contro il pezzo. Occorrono, per questo particolare tipo di lavoro, macchine potenti e mole di grandi dimensioni e di ampio spessore.